Spesso ci sentiamo porre la seguente domanda: “Perchè devo acquisire uno strumento analitico, quando il mio unico compito è quello di comparare i prezzi dei prodotti che vendo, e mi basta andare su internet e fare qualche ricerca su un qualsiasi motore di comparazione prezzi?”.
Ecco, lo scopo di questo tutorial è proprio di chiarire in cosa i comparatori di prezzi online differiscano da un reale servizio di raccolta e comparazione di prezzi.
Lo sappiamo, di “comparatori prezzi” nel web ne esistono molti. Alcuni godono di un posizionamento, nei motori di ricerca, che riflette il grandissimo lavoro di SEO, SERP e più in generale di investimenti marketing fatto negli anni. Basta inserire nei motori di ricerca “XXXXXX prezzi”, in cui XXXXXX è il nome del prodotto che cerchiamo, per ottenere nella result page diversi link a questi motori.
1 – I “comparatori prezzi” non partono da una raccolta indipendente
In realtà la quasi totalità dei comparatori prezzi non lavora in modo indipendente: il sito comparatore mette a disposizione ai siti di e-commerce un’interfaccia (il cosiddetto “feed”) tramite il quale il sito di e-commerce vero e proprio decide cosa pubblicare. In pratica, è il sito di e-commerce a decidere quale parte dell’assortimento pubblicare, o meglio “rendere visibile”, e quindi utilizza il comparatore prezzi come vetrina.
Un servizio di comparazione prezzi, invece, agisce in modo indipendente, raccogliendo, con tecniche varie, gli assortimenti completi del sito target.
Senza selezioni, senza criteri di filtro: occorre “catturare” e salvare tutto l’assortimento, inclusi eventuali prodotti senza prezzo, non disponibili, ricondizionati, etc. Applicando a questi casi un opportuno tag, sarà poi possibile in fase di analisi eventualmente eliminarli.
2 – Come parte del “feed”, il sito di e-commerce pubblica anche il prezzo…
… ma nulla assicura che tale prezzo sia il prezzo effettivamente praticato dal sito stesso!
Pur trattandosi di un’evenienza da noi verificata in casi molto rari, in teoria il sito di e-commerce, utilizzando i dati di “referrer”, con cui capisce se la visita di un visitatore provenga da un certo motore (dato utile tralaltro anche alla remunerazione del comparatore prezzi), potrebbe esporre un prezzo inferiore (“prezzo civetta”, per dirla in modo un po’ cattivo) rispetto a quello che il visitatore avrebbe trovato andando direttamente sul sito di e-commerce.
Se voglio effettivamente fare uno studio sui prezzi, necessito della sicurezza matematica che il prezzo che ottengo sia quello effettivamente esposto dal sito target.
3 – Comparazione prezzi, sì, ma limitata ad un solo canale?
Ultimo, ma di certo non meno importante, nel caso dei comparatori prezzi online abbiamo siti che permettono la comparazione dei soli operatori online (e-commerce), e altri siti che permettono un certo grado di comparazione di prezzi di volantino (limitata di solito al solo sfoglio dei volantini stessi).
Nel mercato attuale, considerare solo l’online o solo l’offline (ove disponibile) equivale a guardare il mondo dal buco della serratura. Non è più pensabile, in un mondo in cui un consumatore super-informato è in grado di acquistare su un canale o su un altro, disegnare, per le proprie analisi e per le proprie strategie, un confine tanto netto quanto fittizio.
Nessuna applicazione disponibile sul mercato mette a disposizione contemporaneamente i prezzi di volantini, negozi fisici, siti di e-commerce e newsletter: solo con un’informazione a tutto tondo, multicanale, è possibile prendere le giuste decisioni strategiche.
In conclusione: che tu sia un’azienda produttrice o commercializzatrice di beni di consumo, l’utilizzo di informazioni prese dai comparatori prezzi non garantisce in alcun modo né una completezza del dato, né una terziarità effettiva della verifica, né tantomeno una multicanalità tali da farne una fonte affidabile e completa per le proprie politiche di prezzo.
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